Credi in lui e ce la farà!
Questione di un attimo. Il momento in cui ti dici: “lo lascio andare e quello che succede succede”, proprio allora il via che grazie a te ha preso gli dà l’inerzia giusta e pedalando pedalando va avanti e non cade.
È il pensiero di un genitore che insegna al figlio di 5 anni ad andare in bicicletta. È il pensiero che frulla nella testa del papà quando esorta il figlio 25enne a lasciare casa per cominciare a vivere da solo. Nell’uno e nell’altro caso temi che caschi e si faccia male.
Ma se poi si spaventa e su quella bici non risale più? E se da solo non ce la fa e si scoraggia? Se arriva una macchina e non riesce a frenare? Se l’attività fallisce e si ritrova da solo?
Se…, se…, se…. Un labirinto intricato ed opprimente per il quale non c’è un’unica via d’uscita: non è possibile non aver paura che tuo figlio cada; puoi solo accettare quell’eventualità e lasciare che sia.
Non puoi frenare tuo figlio con le tue angosce, puoi solo lanciarlo nella vita e corrergli dietro per sollevarlo se va a terra.
Se sente la tua mano che continua a reggerlo, all’inizio sembra sicuro. Ma poi si convincerà che senza di te non è capace.
Allora il momento giusto è proprio quello: mentre tu sei torturato dal terrore che si faccia male, con il tono più rassicurante possibile devi dirgli: “Già vedo che stai proseguendo da solo. Sono io che non riesco a starti dietro, sono io che ti blocco. Ti lascio andare perché sei pronto”.
La sua voce titubante e preoccupata all’improvviso si fa entusiasta e fiduciosa. “Davvero papà? Allora lasciami!”
Quando sente che tu credi in lui, anch’egli si convince di potercela fare.
È questa la chiave di tutto.
“I vostri figli non sono figli vostri…
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita la casa dell’avvenire
che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo,
ma non pretendere di renderli simili a voi,
perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive,
i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito
e vi tiene tesi con tutto il suo vigore
affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere,
poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano
e l’arco che rimane saldo”.
(Kahlil Gibran)