Gustav e Yiannis: storia di ardua resistenza e di vane promesse
“Ciao Gustav. Ho la sensazione che da un momento all’altro dei ladri possano entrare in casa mia. Farò di tutto per bloccare la porta di ingresso, ma sento che stanno cominciando a forzare la serratura. Se ci fossi tu concretamente ad aiutarmi, penso di riuscire a cavarmela meglio. Conto su di te, mi raccomando”.
“Stai tranquillo Yiannis! Considerami già alle loro spalle, pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di non far violare la tua abitazione. Quando mi vedranno, magari opporranno resistenza e tenteranno comunque di portare a termine il loro piano. Anzi, sai cosa ti dico? Non sarò da solo, ma cercherò di coinvolgere qualche condomino che ti conosce bene per farmi dare una mano. E sono sicuro che tutto finirà presto. Non preoccuparti”.
“Invece io mi preoccupo – incalza Yiannis –, perché fuori sul piano di calpestio c’è un intenso rumore di cacciaviti, martelli. Cose metalliche, insomma. E non credo che siano in pochi, perché altrimenti non farebbero tutto questo baccano. Per ora l’unica mia possibilità di difesa è mettere una sedia sotto la maniglia della porta per bloccarla e spostare verso di essa il tavolo grande del salone. Ma per quanto possa essere pesante, alla fine, a furia di spingere, potrebbero farcela ad entrare comunque. A te ci vuole ancora molto per organizzarti e venire a soccorrermi? Ogni minuto che passa è prezioso”.
Pur essendo pienamente consapevole di non poter giungere in tempo e al solo fine di infondergli coraggio, per quello che serve, Gustav replica in maniera risoluta, mentendo però innanzitutto a se stesso. “Considerami già lì. Il fatto è che sto cercando ancora di capire su quali persone poter contare. Ne ho sentite alcune a telefono, tutte convintissime, ci mancherebbe!
Facciamo così: tu intanto prova a resistere. Anche se abbattono la porta, quella si può sempre riparare. Anzi, ti suggerisco già un modello nuovo, resistente a qualsiasi tentativo di effrazione. Se dovessi(mo) intervenire con un po’ di ritardo, tu intanto li avrai già stancati e il compito per chi verrà in tuo aiuto sarà più agevole. Resisti, mi raccomando, perché…”.
Yiannis non ha ancora finito di parlare che il telefono gli restituisce un rumore sordo, cupo, sinistro. Forse il grande tavolo del salone appoggiato alla porta è stato ribaltato. Forse sono stati ribaltati sia la porta che il tavolo. Forse è stato ribaltato anche egli stesso.
E le promesse di Gustav? Solo un sostegno morale e null’altro di così immediato e tangibile, suffragato dalla presunzione o, peggio, dalla certezza, che tanto nessun ladro potrebbe in futuro forzare la porta ed entrare nella sua abitazione, e quindi essere costretto a sua volta a chiedere aiuto?
Se fosse accaduto a parti inverse? Yiannis si sarebbe comportato allo stesso modo?
Interrogativi che restano avvolti in un alone di mistero. Piuttosto vi è una sola certezza: i ladri hanno agito senza che venisse loro opposta alcuna concreta resistenza.
“Perché quando lo strumento dell’intelligenza si somma alla forza bruta e alla malvagia volontà, il genere umano è impotente a difendere se stesso” (Dante Alighieri).