Quando l’improvvisare è più bello del prepararsi
Non farò cenno alcuno al teatro, né al titolo dello spettacolo, né al nome degli attori. Perché ciò che conta è il messaggio che dalla breve storia che sto per illustrarvi ognuno di noi può lasciar scaturire.
Quando tutto sembra essere perduto, ecco invece che il (ri)mettersi in gioco, il contare sulle proprie capacità si tramutano nel passepartout verso il successo. Una metafora che trova la sua ragion d’essere nella vita di tutti i giorni.
Palcoscenico, è proprio il caso di dirlo, di quanto sto per raccontare, è un teatro. Prima di accomodarci sulle mitiche poltroncine rosse, ci avvisano che l’attore principale, nello spettacolo della sera precedente, in una scena che prevedeva una colluttazione ne è uscito con una doppia frattura al setto nasale e che nella rappresentazione verrà sostituito.
Quasi sussurrandolo, la maschera però fa presente che il sostituto, per ragioni che è facile intuire, reciterà con il copione in mano. Da qui ecco scaturire un florilegio di considerazioni, tra le più disparate: dovevano avvisarci preventivamente, oppure rimborsarci il costo del biglietto oppure ancora, visto che ormai si era lì, prevedere una sorta di compensazione economica per il disagio, a valere per i prossimi spettacoli. E invece…
… invece ho assistito a qualcosa di unico! Il sostituto ha recitato in maniera impeccabile, senza la benché minima incertezza nonostante la situazione tutt’altro che normale, tanto da far apparire i fogli come una naturale protesi del suo braccio destro e senza che ne risentissero tono di voce, spostamenti e gestualità.
Pensando che avrà preso il copione in mano per la prima volta solo poche ore prima della messa in scena, alla fine dello spettacolo gli applausi, mossi da sincera e autentica convinzione e non da sentimenti di pur comprensibile partecipazione emotiva per la particolare circostanza che lo aveva proiettato sulla ribalta, sono stati quasi tutti per lui, che ha letteralmente conquistato il pubblico.
Quale morale ed insegnamento trarre da questo episodio? Nel teatro, come nella vita, i momenti più o meno lunghi e reiterati di difficoltà portano a tirare fuori il meglio di noi e fanno emergere i nostri veri talenti, magari allontanandoci dalle cosiddette aree di conforto che ci siamo, anche inconsapevolmente, costruiti.
E, ci insegna, soprattutto, a non arrendersi mai.
“Improvvisare è come scrivere di fronte a un pubblico” (Carl Reiner).