Quando l’abbandono potrebbe nascondere amore
Trovare l’aggettivo migliore che possa qualificare un simile gesto diventa esercizio di retorica, perché l’orientamento risulta essere pressoché scontato. E non potrebbe essere altrimenti.
Cosa si cela dietro l’abbandono di un neonato? Come può scattare nella mente di chi la concretizza una decisione così angosciante?
Il riflesso condizionato porta innanzitutto a ritenere a dir poco aberrante la messa a repentaglio di una vita sin dai primi vagiti. Quell’innocenza che viene deturpata e violata nella sua intimità più profonda rappresenta sempre una sconfitta per l’intera umanità.
Se è il cuore a prevalere sulla razionalità, in generale non esistono alternative alla ferma condanna.
Ma dietro ogni circostanza in cui un bimbo di pochi giorni, a volte di poche ore, diventa suo malgrado sfortunato protagonista di un episodio di cronaca, si nascondono tali e tanti retroscena che non sempre riescono a manifestarsi nella loro autentica essenza.
Tu cosa avresti fatto al posto di quella mamma, al posto di quel papà? O sarebbe più giusto dire genitore e basta, perché parlare di mamma e papà attiene ad un concetto più alto, addirittura sacro sotto certi aspetti?
La risposta sembra facile tanto quanto il puntare il dito o, peggio, l’emettere giudizi sommari e temerari. Una peculiarità comune a tutti, con punte di riguardo per coloro che sono maestri nel trovare sempre la parola giusta al posto giusto.
Fermi restando casi specifici, ma c’è chi abbandona anche per amore. Sì, per amore. Può sembrare un paradosso, ispirato da una lucida follia o da una lucidità folle.
Ma piuttosto che destinare quella creatura innocente a un domani incerto, quando non ad un destino crudele, l’istinto di madre o di padre arriva finanche a sopportare una perdita così immane.
Il turbamento interiore albergherà per sempre nell’animo di chi è stato costretto ad un atto di tale portata, non v’è dubbio. Esso potrà forse essere appena mitigato dalla speranza di trovare per quel bimbo persone che sapranno crescerlo ed instradarlo lungo i sentieri di una esistenza normale.
È una missione anche questa.
“Un neonato rappresenta il convincimento di Dio che il mondo debba continuare”.
(Carl Sandburg)