C’è il Vangelo e Vangelo
Premessa d’obbligo: ogni forma di violenza, sia verbale che fisica, a maggior ragione quando si tratta di una guerra, è dovere di ogni cittadino del mondo respingerla e non farsene promotore. Allo stesso tempo lungi da chi scrive su queste pagine schierarsi dall’una o dall’altra parte.
Ma il conflitto in Medio Oriente, che di giorno in giorno si combatte all’interno di confini sempre più labili e con un numero di vittime, soprattutto civili, impressionante, manifesta la sua progressiva e dirompente criticità anche attraverso il ricorso a terminologie tutt’altro che fine a se stesse.
Esiste infatti un “Vangelo” strumentale alla guerra. Detta in questo modo c’è da essere almeno tacciati di blasfemia. Così si chiama, tradotto dall’ebraico Habsora, il software di intelligenza artificiale messo a disposizione delle forze armate israeliane con il quale è possibile in modo estremamente rapido e preciso individuare coordinate e dati degli obiettivi nella Striscia di Gaza sulla base dei criteri indicati dagli strateghi militari.
Si tratta di un sistema così puntuale ed invasivo nel suo drammatico utilizzo che risulta persino in grado di ottimizzare sia l’entità dei mezzi e delle truppe da impiegare per le specifiche azioni da condurre che la portata dei cosiddetti “effetti collaterali”. Morti o distruzioni di edifici poco importa.
Nella storia bellica il vocabolario che ha sempre contrassegnato specifici equipaggiamenti o denominato missioni speciali è stato spesso caratterizzato da termini roboanti o da acronimi a volte dal sapore truce già alla sola lettura.
Viene battezzato Vangelo un apparato di soppressione della vita. È solo un nome, perché scandalizzarsi per così poco, si potrebbe opinare. Quasi non ci si indigna più per la sinistra e quotidiana contabilità, figurarsi ora per una “semplice” parola.
Da qui, però, a negare la benché minima forma di riguardo verso una confessione religiosa, che fonda la propria ragion d’essere sul significato autentico di quella parola, obiettivamente è troppo. Anche in una visione esclusivamente laica.
Tutto sta allora cosa si voglia intendere per Buona Novella. Con il rischio che ci si riduca ad una semplice questione di punti di vista.
“La guerra rimane il più grande fallimento umano”. (John Kenneth Galbraith)